Un dialogo tra il lavoro nelle cave di marmo di Carrara e la storia della federazione anarchica italiana nata nella stessa città, questo il progetto fotografico di Julie Hascoët, francese classe 1989, vincitrice dell’edizione 2022 del Premio Internazionale di Fotografia di Architettura e Paesaggio Gabriele Basilico.
Trentadue i progetti fotografici pervenuti e sette i finalisti scelti dalla giuria internazionale della competizione, indetta dall’Ordine degli Architetti di Milano, dall’Archivio Gabriele Basilico e dalla Fondazione Studio Marangoni di Firenze, riunitasi online il 7 marzo.
I progetti sono stati proposti da 32 autori under40 selezionati da 28 segnalatori che operano in 26 Paesi nei 5 continenti (critici, curatori, docenti, direttori di musei, specialisti di fotografia e arti visive) indicati dalla giuria.
Le proposte pervenute hanno preso in considerazione temi quali l’architettura storica, quella contemporanea, il paesaggio antropizzato, la fotografia di interni, la nascita di nuovi luoghi e ogni tipo di complessità dei territori del mondo globalizzato in trasformazione.
Questi i nomi dei sette finalisti: Julie Hascoët (Francia), vincitrice, nominata da Héloïse Conesa, Ethan Aaro Jones (Stati Uniti), nominato da Alec Soth; Manal Abu-Shaheen (Libano), nominato da Amanda Maddox; Matteo De Mayda (Italia), nominato da Giovanna Silva; Guo Guozhu (Cina), nominato da Jiehao Su; Philipp Meuser (Germania) nominato da Peter Bialobrzeski; Marvin Systermanns (Germania) nominato da Peter Bialobrzeski.
Il Premio Gabriele Basilico, che consiste in 12mila euro, dovrà essere utilizzato dal vincitore per realizzare un progetto fotografico (da concludersi entro gennaio 2023) destinato a essere pubblicato in un libro ed esposto in una mostra. L’appuntamento, biennale, è dedicato al ricordo di Gabriele Basilico (Milano, 1944-2013), grande protagonista della fotografia internazionale di architettura e di paesaggio, ed è diventato nel tempo un punto di riferimento per la ricerca e la sperimentazione dei linguaggi visivi presso le nuove generazioni, con le quali l’artista milanese si è sempre posto in dialogo in modo aperto e costruttivo. Con il sostegno di Flexform, Fondazione Mast, Unifor, Epson Italia, che accompagnano il Premio fin dalla prima edizione.
Di seguito le parole della vincitrice del Premio, Julie Hascoët, in merito al progetto fotografico che svilupperà nei prossimi mesi.
I would like to build a research on marble caves in Carrara. This project would combine landscape pictures of that very specific place stuck between the Alpi Apuane and the sea coast ; views of local villages, and some archive documents (texts and pictures) related to the creation of the italian Anarchist federation in this same city in 1945. This project would give a critical look on extractivism and its contemporary issues, especially in this region. There would be a visual confrontation between the white rocks of Carrare and the black flags of this historical movement. This research would be led in collaboration with italian researchers on political sciences, historians, radical thinkers and local people who continue to fight against these huge sites and to preserve the landscape from being to much transformed. Landscape is political, and my work intends to visually express these problematics. This prize would help me get some authorizations to take pictures on cave-sites, and to finance the help of an italian collaborator and researcher to help me on the theoretical part of that project, flickering through the archives. The fact that the prize is italian-based is also very coherent to me, it is important that the book relates to a country-related History, from a documentary point of view.